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IFI: Il cuore oltre l’ostacolo

Cari amici,
oggi il nostro cuore, il nostro pensiero e le nostre azioni sono rivolti a tutelare i nostri collaboratori e le loro famiglie, i clienti, i fornitori e tutto l’ecosistema sociale a cui appartiene l’azienda. Ma come impresa innovatrice, come uomini e donne di ingegno e operosità, sin dall’inizio di questa emergenza stiamo tenendo caldi i motori per essere reattivi al momento opportuno, che giorno dopo giorno si fa più vicino.
Vogliamo gettare il cuore oltre l’ostacolo e invitarvi a fare altrettanto, perché solo guardando oltre diamo un senso a un presente che, per sua stessa natura, è fatto di cambiamenti continui. Ed è con questo spirito, positivo e consapevole, che desideriamo condividere con voi alcuni versi del poeta marchigiano, nostro conterraneo Giacomo Leopardi, regalandoci qualche momento di riflessione con il Canto XXIV, meglio conosciuto come ‘La quiete dopo la tempesta’.
Ed è sempre con questo spirito che, facendo tesoro di ogni esperienza, ogni giorno continuiamo a operare con l’obiettivo di costruire insieme un nuovo futuro. Come facciamo dal 1962: migliorando la qualità della vita delle persone.
La quiete dopo la tempesta
Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L’artigiano a mirar l’umido cielo,
Con l’opra in man, cantando,
Fassi in su l’uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell’acqua
Della novella piova;
E l’erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand’è, com’or, la vita?
Quando con tanto amore
L’uomo a’ suoi studi intende?
O torna all’opre? o cosa nova imprende?
Quando de’ mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d’affanno;
Gioia vana, ch’è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d’affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D’alcun dolor: beata
Se te d’ogni dolor morte risana
Giacomo Leopardi, Canto XXIV
Vi ricordiamo inoltre che il nuovo Decreto Governativo del 01/04/2020 e il senso di responsabilità richiedono di prolungare fino al 13/04/2020 la sospensione delle attività all’interno dell’azienda, misura che ci consente di mantenere operative una serie di funzioni in modalità smart working.
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