PuntoIT n°117 Luglio.Agosto 2023

90 / LUGL I O - AGOSTO 2023 I cinesi sono stati i primi a coltivare gli alberi di pesco che crescevano spontanei già migliaia d’anni prima di Cristo; di qui la specie arrivò in Persia e iniziò la sua diffusione nel Mediterraneo. Pare che il re macedone Alessandro Magno sia stato un grande estimatore delle pesche, apprezzate in seguito anche dai Greci e dai Romani che le chiamavano “mele persiane”. Più tardi Carlo Magno ne promosse la coltivazione nei giardini dei monasteri. Durante il Rinascimento erano già molte le varietà coltivate in Italia che si estesero anche in Francia e Germania. Dopo i viaggi di Cristoforo Colombo in America il pesco migrò al di là dell’Oceano al seguito dei conquistatori spagnoli e, di qui, le coltivazioni si diffusero nei Paesi del Nord e del Sudamerica. I frutti oggi sono diversi dagli originari; nel tempo sono mutati dimensioni e colore e il gusto è diventato più dolce e gradevole, grazie ai numerosi incroci, dai quali sono nate centinaia di varietà. Le cultivar di pesche sono davvero tante nel mondo, classificate in base all’epoca di fioritura, di maturazione (dalle precoci alle tardive d’autunno), al colore e alla consistenza della polpa, all’utilizzo finale del frutto (consumo fresco o trasformazione). G L I S C I E N Z I AT I H A NN O R E C E N T EME N T E S C O P E R T O N E L L O Y UMA N , I N C I N A , O T T O N O C C I O L I F O S S I L I D I P E S C A S E LVAT I C A R I S A L E N T I A D U E M I L I O N I E ME Z Z O D I A NN I F A L E P E S C H E , O R I G I N A R I E D E L L ’ O R I E N T E , OG G I S O N O D I F F U S E I N T U T T O I L MO N D O ; A S S A P O R AT E F R E S C H E O T R A S F O RMAT E I N G E L AT I , T O R T E E MA RME L L AT E D E L I Z I A N O I PA L AT I D I T U T T I S I MB O L O D E L L ’ E S TAT E #MATERIAPRIMA

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