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Il frutto che sa di miele: il Miyagawa

Uno degli agrumi più dolci che esistano, tenero e profumato in tutte le sue parti. Trova un versatile impiego in gelateria e in pasticceria

Le origini del frutto sono cinesi, ma fu in Giappone, attraverso successive selezioni, che assunse la sua tipologia attuale e le caratteristiche per cui oggi è ricercato. Il suo nome scientifico! è Citrus unshiu, ma è conosciuto soprattutto come satsuma miyagawa, dal nome della regione nipponica da cui partirono le esportazioni della pianta verso il resto del mondo. Furono i missionari Gesuiti, presenti sulle isole dell’Impero del Sol Levante, a portarla nel Nord America, dove attecchì con successo e nacquero, nel XVIII secolo, le prime coltivazioni “occidentali”.

I secoli successivi videro una diffusione progressiva delle piantagioni, dalla Louisiana alla Florida alla California e poi in tutti gli Stati della bassa costa del Golfo del Messico e in Brasile; quindi, gradualmente, nel Mediterraneo. Mentre proliferava oltreoceano, il satsuma miyagawa iniziò la sua penetrazione in Europa trovando condizioni di coltura favorevoli ed estimatori soprattutto in Spagna e in Italia, Paesi grandi produttori di agrumi. Gradualmente, dalle prime coltivazioni si svilupparono più di duecento varietà.

è una deliziosa primizia da consumare fresca
già alla fine di settembre

Satsuma nel mondo

Oggi i maggiori produttori sono il Giappone e gli Stati Uniti; seguono la Cina e la Corea del Sud. Importanti colture hanno attecchito in America, Sud Africa, India, Nuova Zelanda e lungo le coste del Mar Nero. In Europa, Spagna e Italia si contendono il primato della produzione che rimane ancora di nicchia, perché introdotta più recentemente, ma registra un gradimento crescente fra i consumatori.

tra il 1908 e il 1911 un milione di alberi furono importati dal Giappone nel Golfo del Messico


La presenza sul territorio italiano oggi è consolidata, soprattutto al Sud. Spiccano le produzioni della Sicilia, dove la pianta, proveniente dai terreni vulcanici del Giappone, si è accasata felicemente sulle falde dell’Etna, ma considerevoli coltivazioni si trovano anche in Calabria, Puglia e Basilicata. I frutti sono reperibili, nel periodo di maturazione, nella GDO, nei mercati ortofrutticoli e presso i fruttivendoli più forniti. La qualità è ottima, i volumi ben calibrati in base alle richieste e i prezzi allineati ai normali valori commerciali.

Matura prima di tutti gli altri agrumi anticipando di diverse settimane le clementine precoci. Si distingue per la forma tondeggiante con i poli schiacciati, buccia liscia e sottile, spesso verde anche in piena maturazione, e una polpa priva di semi, molto succosa. Quanto al sapore, non c’è da stupirsi che in varie località cinesi gli siano stati attribuiti nomi che richiamano la dolcezza del miele; infatti, è tenero e fragrante anche nelle parti fibrose e gli oli essenziali presenti nella buccia inebriano al primo assaggio.

Da non confondere

Non bisogna scambiarlo con il mapo (Citrus tangelo), un ibrido ottenuto incrociando il mandarino tangerino (a sua volta ottenuto dall’incrocio fra mandarino e arancia) e il pompelmo Duncan. Ha forma e colori un po’ simili al miyagawa, ma è più grosso, buccia più rugosa e appuntita e il suo sapore è aspro, ideale per preparare citronette per insalate. I suoi frutti compaiono sugli alberi tra la fine dell’estate e l’autunno e sono reperibili sul mercato prima di molti altri agrumi.

 

È molto apprezzato nella ristorazione, poiché è privo di semi e ha un gusto che accompagna con successo alcuni piatti, soprattutto quelli a base di pesce e di crostacei, anche crudi. La regola d’oro da seguire quando ci si appresta a consumarlo è che il frutto deve essere privo di ammaccature, onde evitare che il suo sapore e le proprietà benefiche siano alterate. Può essere consumato fresco, a spicchi e spremuto, o portato in tavola in mix di insalate verdi oppure di frutta.
Tanti gli utilizzi in gelateria e pasticceria. La sua versatilità si esprime al meglio nelle preparazioni dolci, torte alla frutta, crostate, plumcake, biscotti, budini e marmellate da gustare sul pane tostato o da impiegare per creare raffinate farciture da abbinare a prodotti da forno. Tutto può essere utilizzato, dalla polpa al succo alla buccia, e si
può aggiungere direttamente nell’impasto.

 

IL FRUTTO È IPOCALORICO, SOLO 53 CALORIE
OGNI 100 GRAMMI, QUINDI È INDICATO
NELLE DIETE DIMAGRANTI

RICETTA

Budino miyagawa e amarene

INGREDIENTI: 150 ml di succo di mandarini satsuma miyagawa –
150 ml di la tte di mandorla non zuccherato
1 cucchiaio di zucchero di canna
mezzo cucchiaino di agar agar in polvere
1 cucchiaio di maizena
amarene

PROCEDIMENTO: in un pentolino versare il succo di mandarini, con zucchero e maizena e mescolare bene. Mettere sul fuoco e aggiungere l ’agar agar. Far cuocere per tre minuti continuando a mescolare. Versare poi il composto in due coppette. In un pentolino versare latte di mandorla con un cucchiaio di zucchero e uno di maizena e mescolare, cuocere per tre minuti e aggiungere l’agar agar. Travasare nelle coppette insieme al budino di mandarino. Lasciare raffreddare completamente e riporle in frigorifero. Infine decorare con qualche amarena fresca e lamponi (fonte: fruttaweb.com).

Le bucce sono un ottimo aromatizzante; il loro utilizzo è facilitato dal fatto che sono estremamente sottili e anche la parte bianca, solitamente fibrosa e agra nei citrus, è invece tenera e dolce. Le bucce essiccate e ridotte in polvere si conservano a lungo in barattoli di vetro chiusi ermeticamente per essere usate al bisogno. Possono anche essere aggiunte allo zucchero destinato alle bevande o ai dolci.

SI PUÒ CONSERVARE A TEMPERATURA AMBIENTE,
E CONSUMARLO IN BREVE TEMPO, O IN FRIGORIFERO
PER SEI SETTIMANE TRA 4°C E 7°C

Succo e scorza per sorbetti e per donare un tocco aromatico a granite, frullati, gelatine, cocktail e a una tazza di tè. Gli esperti consigliano di servire, insieme ai biscotti, un tè aromatizzato al miyagawa. Si fa bollire l’acqua con le scorze, si versa su una bustina di tè verde e si aggiungono due cucchiai di succo di miyagawa e un cucchiaino di miele per ogni tazza. Aggiungendo il succo, il sapore del tè risulta più deciso, con la sola scorza più delicato.

 

RICETTA

Sorbetto di miyagawa

di Paolo Danesi, gelateria Fiordilatte, Uzzano (PT)

INGREDIENTI:
560 g di succo di miyagawa
160 g di acqua
10 g di succo di limone
170 g di saccarosio
35 g di destrosio
25 g di sciroppo G.38 DE
35 g di fibra
5 g di neutro a freddo

PROCEDIMENTO: spremere il frutto, unire tutti gli ingredienti e poi mantecare.

PERFETTO PER COCKTAIL
Si spremono otto mandarini satsuma miyagawa e si filtra il succo con un colino a trama molto fitta. Si raccoglie il succo in una caraffa ampia, quindi si sgranano i chicchi di mezza melagrana e si aggiungono nella brocca. Infine, si versa uno spumante brut e si mescola. Pronto da servire. (fonte: fruttaweb.com).

 

 

A cura di Annamaria Andreasi


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