Frutto antico
Il noce è una pianta possente, chioma espansa, foglie odorose e abbondanti frutti, drupe di colore verde, al cui interno si trova un guscio legnoso che custodisce i gherigli commestibili. Tradizionalmente considerati “frutta secca”, i gherigli in realtà sono dei semi, densi di proprietà nutritive. Anche le radici sono uno straordinario scrigno di nutrienti; si sviluppano prima in profondità e poi in larghezza formando un apparato radicale esteso che assorbe dal terreno una gran quantità di minerali e altri elementi.
Protagoniste di miti, leggende, e di ricette gourmet, le noci hanno accompagnato da sempre la vita dell’uomo come una fonte sicura di gusto e nutrimento
Scavi archeologici nelle ville di Stabiae, l’odierna Castellamare, hanno confermato che in epoca romana il noce era ampiamente coltivato nel Lazio, in Abruzzo e soprattutto nel comprensorio vesuviano; erede di queste antiche cultivar è la pregiata varietà delle noci di Sorrento. Pare che i romani, scoperte le qualità, amassero servirle nei banchetti con la frutta o come dessert e fossero disposti a pagarle a caro prezzo. I principali trattati di agronomia latini ne studiavano le caratteristiche agronomiche e Plinio il Vecchio, nel suo “Naturalis Historia”, suggeriva di impiegare l’olio e il succo del mallo per usi medicamentosi.
Se i gherigli sono riusciti a mantenere così a lungo un posto sulla nostra tavola, lo si deve a una somma di fattori; certamente il gusto, la facilità di reperimento e di conservazione ma anche, come conferma un sempre maggior numero di studi scientifici, le numerose proprietà che li rendono un potente scudo protettivo per la salute dell’organismo. Le noci contengono vitamine, minerali, polifenoli e soprattutto acidi grassi essenziali, quali gli Omega 3 e 6, un mix che contribuisce al buon funzionamento di cuore e arterie e abbassa il rischio di patologie a carico dell’apparato vascolare.
Tutti i giorni
Assumere quattro o cinque noci al giorno stimola la vigilanza cerebrale e la memoria, aiuta a combattere stanchezza mentale e stress. La stessa quantità rappresenta anche lo spuntino perfetto per fare il pieno di energia e rimanere sazi tra un pasto e il successivo, placando il “rischioso” appetito emotivo. Senza dimenticare che fanno anche bene all’umore e sono indicate per tutti coloro che seguono una dieta vegetariana, perché vantano un alto contenuto di zinco e rame, minerali che abitualmente si assumono con la carne.
Si consigliano quelle biologiche per usufruire al meglio delle loro virtù curative. Come si riconoscono? Basta non acquistare noci sbiancate con candeggina o altri agenti chimici, meglio privilegiare le noci italiane, con il guscio leggermente scuro e “macchiato”, poiché non hanno subito nessun trattamento. Le migliori hanno un guscio piccolo medio, non presentano eccessive rugosità e il gheriglio deve essere carnoso ma croccante, secco e appena oleoso. Sarebbe meglio evitare le noci già sgusciate, in quanto perdono gran parte degli antiossidanti.
LA NOCE DI GRENOBLE
È LA PRIMA CHE,
NEL 1938, OTTENNE
LA DENOMINAZIONE
DI ORIGINE CONTROLLATA
Oggi la nocicoltura sta vivendo una fase di fermento in numerose aree del mondo. Negli ultimi anni, c’è stata una forte ascesa della domanda, grazie al maggiore interesse dei consumatori verso gli aspetti salutistici della frutta secca; le superfici coltivate a noci da frutto sono salite alle stelle in Paesi come Cina, Usa e la stessa Europa. Anche nel nostro Paese sono aumentati i consumi, tuttavia, la coltivazione del noce italiano, fiorente fino agli anni Sessanta, si è ridotta da 33mila ettari ai 4.670 ettari attuali (fonte FAO) e oggi non è in grado di far fronte al fabbisogno nazionale.
È il momento di riscoprire e valorizzare una coltura che per il Belpaese rappresenta, non solo una grande tradizione, ma un importante valore economico. In alcune zone, anche in collaborazione con alcune Università, sono nati gruppi di lavoro formati da ricercatori, tecnici e protagonisti del settore decisi ad avviare un modello di nocicoltura più specializzata; si deve distinguere per tecniche agronomiche innovative, investimenti ad hoc e capacità di cooperare e sviluppare tutte le potenzialità del settore e reggere così una concorrenza sempre più agguerrita. Il motto è “la noce esce dal guscio”.
CON IL GUSCIO
SI CONSERVANO
IN UN LUOGO
FRESCO E ASCIUTTO
FINO A CINQUE MESI
Albero duttile
L’albero del noce da frutto è stato utilizzato nei secoli in ogni suo componente con risultati d’eccezione. Ha prodotto un legno da arredamento di rara duttilità e bellezza, tinture che hanno ornato i più preziosi tappeti persiani, un olio ricco di proprietà salutari e cosmetiche, germogli usati come potente antinfiammatorio naturale. Trionfale, naturalmente, l’impiego delle noci in cucina; dal classico snack a ingrediente di molte ricette in menu, dagli antipasti ai dolci.
Nel XIV secolo in Francia le noci erano servite con i dessert, durante i banchetti reali, conservate in una mistura di miele e spezie, preparata settimane prima dell’evento. Nelle Isole Britanniche, invece, si gustavano insieme al maiale o al formaggio Stilton, anticipando un uso oggi diffuso, l’abbinamento con pregiati formaggi, da servire come antipasto su tagliere, insieme al miele.
Ogni regione si fregia di specialità tipiche che sono diventate parte della tradizione dolciaria. Della farina di noci si fa largo uso per confezionare crostate, biscotti, muffin, torte, nonché il buonissimo pane alle noci. Nel periodo delle feste di fine anno trionfano i pandolci, realizzati in una serie infinita di combinazioni allettanti; con uvetta, frutta candita, datteri, pepite di cioccolato, spezie odorose (cannella, chiodi di garofano, buccia d’arancia, vaniglia…).
Binomi perfetti, in gelateria e pasticceria, per creare stuzzicanti varianti. Il più classico con la frutta – mele, banane, pere, arance, uva, fichi – altri vincenti con il miele (il torrone ne è un esempio) e il cioccolato.
Deliziosa la cheesecake con crema di noci to state e cioccolato spalmata sulla base di bi scotti, da servire fredda.
Anche il gelato alle noci sposa le scaglie di cioccolato fondente così come forma un mix ineguagliabile di sa pori naturali con altri gusti alla frutta secca.
Fra le interpretazioni più moderne c’è il semifreddo, un dessert al cucchiaio che coniuga la dolcezza cremosa della panna (o dello yogurt) e la consistenza croccante del frutto.
Decorato con gherigli interi e miele distribuito a filo in superficie, può essere preparato con le noci caramellate. Naturalmente il croccante alle noci è sempre di tendenza.