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Frutta secca, futuro in crescita

È quanto emerso all’International Nut Forum che ha evidenziato anche come l’aumento di consumo sia in un’ottica di benessere da ricercare quotidianamente


Prima edizione

Gustosa e benefica, la frutta secca e disidratata sta conoscendo un trend di consumo in aumento e anche diverso, da ingrediente ad alimento base.
A mettere a fuoco questi aspetti è stato l’International Nut Forum che si è tenuto per la prima volta a TuttoFood lo scorso maggio sotto la regia di Sgmarketing.
Buyer della distribuzione nazionale e internazionale e attori della produzione e dei servizi si sono confrontati su come andare incontro a una maggiore richiesta dei consumatori che hanno, soprattutto nel reparto ortofrutta dei supermercati, il luogo privilegiato di acquisto.

Occasioni diverse

I momenti di consumo si svolgono principalmente a casa come spuntino e dopo i pasti principali e come ingrediente nelle ricette.
Si presume che, aumentando l’utilizzo a colazione e ai pasti principali, la frutta secca diventerà parte integrante della dieta quotidiana.
Anche il consumo come snack fuori casa è destinato a crescere se sostenuto dallo sviluppo di linee pensate “on the go” e a più alto valore aggiunto, ad esempio selezioni per zuppe, insalate, aperitivi o confezioni di prodotti Igp, e dalla maggiore diffusione di informazioni per favorire l’acquisto.

Col segno più

La ricerca di uno stile di vita improntato al benessere ha portato a ricercare mandorle e noci, ma anche uva passa e datteri più spesso e durante tutto l’anno grazie a un’offerta oggi maggiormente differenziata tra barrette, mix e proposte snack.  Come rilevato dall’analisi: “La frutta secca in Italia percepito, vissuto, prospettiva” condotta da Sgmarketing, nel 2018 il giro d’affari è stato di 834 milioni di euro e il volume di prodotto commercializzato di 72mila tonnellate, dati che confermano la crescita del mercato.  In prospettiva, nei prossimi tre anni, si prevede un calo del consumo di frutta secca a guscio (-1,9 per cento), ritenuto un modo tradizionale di mangiare e apprezzare questo prodotto, e un aumento invece dei segmenti della frutta disidratata (+9,5 per cento), dei mix (+9,1 per cento), della frutta candita (+5,1 per cento), delle barrette (+4,8 per cento).


Non solo ricette

Una delle ultime iniziative di divulgazione è il ricettario “Dentro al guscio” di Marco Bianchi, nato dalla collaborazione con l’azienda Life e la Fondazione Umberto Veronesi. Si tratta di una sorta di compendio di benessere e gusto per riflettere attraverso specifiche ricette su come frutta secca, essiccata e disidratata siano ingredienti utili per la loro versatilità, ma anche per le proprietà nutrizionali. Un loro consumo controllato è consigliato pure in un’ottica di prevenzione delle malattie. Le preparazioni sono affiancate da suggerimenti per assimilare al meglio i preziosi elementi contenuti, come ferro, vitamine, sali minerali, proteine, fibre, omega-3 e omega-6.

 

Aumentare i raccolti

Il balzo di interesse è un’opportunità per gli imprenditori agricoli italiani. Secondo i dati dell’International Nut & Dried Fruit Council, diffusi in occasione del Forum, il nostro Paese rappresenta solo l’1 per cento della produzione mondiale di noci con circa 15mila tonnellate, ma è secondo per le nocciole, dopo la Turchia, con il 13 per cento della produzione equivalente a circa 61mila tonnellate. Si stanno avviando progetti per incrementare i raccolti e recuperare la posizione persa. Apofruit e Besana di recente hanno stretto il primo accordo strategico italiano per lo sviluppo della coltivazione delle quattro principali referenze di frutta secca made in Italy, cioè mandorle e pistacchi oltre alle già citate noci e nocciole. Col tempo, poiché occorrono dai 5 ai 10-12 anni prima che una pianta vada a regime, si vedranno e… si assaporeranno i risultati.

A cura di Marina Sella


 

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