Aria pulita
Le piante, oltre a decorare gli interni, rilasciano ossigeno e filtrano le polveri sottili, abbattendole
Gli ambienti chiusi sono più inquinati di quelli all’aperto. Studi dell’Epa (Environmental protection agency) hanno dimostrato che le concentrazioni di inquinanti nell’aria indoor sono generalmente da due a cinque volte maggiori rispetto a quelle outdoor. Comunemente nei locali si rilevano sia contaminanti dell’aria esterna, come il particolato atmosferico, sia sostanze la cui immissione deriva da detersivi, profumi, disinfettanti, vernici, cere, solventi, piani cottura a gas, mobili, tessuti d’arredo e altro che possono dare disturbi di varia natura, come emicrania, irritazioni cutanee, oculari e respiratorie.
Anche se non si percepisce nell’immediato un fastidio evidente, è buona norma porre attenzione alla qualità dell’aria dei locali al chiuso, soprattutto quelli frequentati da tanta gente come ristoranti e bar. Il modo più efficace per farlo è cambiare di frequente l’aria, tenendo aperte porte e finestre (se a vasistas, per almeno mezz’ora). Ma anche le piante ornamentali possono essere d’aiuto come sostiene la Nasa dagli anni Ottanta e come conferma uno studio più recente dell’University of Technology di Sydney (Australia).
POTHOS (Epipremnum aureum) Pianta rampicante decorativa. Rimuove formaldeide, xilene, toulene, benzene, monossido di carbonio ed è efficace anche per eliminare gli odori sgradevoli.
PALMA ARECA (Dypsis lutescens) Una pianta che vanta proprietà antibatteriche e disintossicanti. Converte molta anidride carbonica in ossigeno, abbassando la concentrazione dannosa di CO2 negli ambienti in cui si trova.
SANSEVERIA (Sansevieria trifasciata Laurentii) Detta anche “lingua di suocera” è resistente, facile da gestire. Rimuove dall’aria il monossido di carbonio, il monossido di azoto, la formaldeide e il benzene.
Come si depura
Le piante migliorano la qualità dell’aria interna immagazzinando anidride carbonica, rilasciando ossigeno e rimuovendo i composti organici volatili. Nello specifico, assorbono gli inquinanti attraverso gli stomi presenti sulla superficie delle foglie, li degradano a prodotti meno tossici e li reimmettono nell’aria o nel suolo tramite le radici.
Sulle pareti verticali
La Tillandsia è una pianta in grado di assorbire le sostanze dannose. Prende i nutrienti che le servono direttamente dall’ambiente, contribuendo a depurare l’aria e a limitare l’umidità. Siccome è priva di radici
sotterranee, non ha bisogno di essere invasata e non servono canali per lo scolo dell’acqua; è ideale per realizzare pannelli green con semplici strutture di legno oppure di metallo che diventano originali complementi
d’arredo.
TRONCHETTO DELLA FELICITÀ (Dracaena Fragrans) È la pianta più indicata per liberare gli ambienti dal tricloroetilene. Deve essere posizionato in zone di semi sole o di semi ombra e richiede un terreno umido.
Appesi a un filo
Sono perfetti i kokedama, definiti anche “bonsai volanti”. Di origine giapponese, si realizzano con piante d’appartamento che vengono inserite con le radici in una sfera rivestita di muschio e legata con lo spago. La loro peculiarità sta nel fatto che modellando e tagliando le radici vivono per lungo periodo, mantenendo dimensioni ridotte. Il muschio permette all’acqua e all’umidità interne di conservarsi, riducendo così la frequenza di irrigazione. Si possono appendere nei locali lasciando che svolgano la loro funzione benefica contro tossine e smog.
SINGONIO (Syngonium White Butterfly) Con le sue foglie a farfalla e il colore verde intenso non solo abbellisce ma è in grado di filtrare formaldeide e benzene presenti nell’aria, rilasciando ossigeno pulito.
SPATIFILLO (Spathiphyllum) Rimuove alcuni idrocarburi aromatici , il tetracloroetilene ed è capace di eliminare benzene, formaldeide, toluene e xilene.