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Alla scoperta del feijoa

Un frutto Tropicale originario del Sudamerica. È considerato dagli esperti un nuovo “super food”

La pianta madre è un alberello arbustivo sempreverde ramificato, alto mediamente fra i due e i cinque metri; tronco corto, rami come una testa di capelli ricci, produce splendide fioriture da cui nascono frutti verdi profumati. È stato scoperto nel 1819 dal naturalista tedesco Friedrich Sellow nel corso di una spedizione scientifica nello Stato brasiliano del Rio Grande del Sud; la specie, introdotta in Europa alla fine del secolo XIX, si è poi diffusa negli Usa, in Australia, in Africa settentrionale e ha trovato una nuova patria in Nuova

Le sue caratteristiche botaniche sono state studiate a fondo dai ricercatori dell’Università di Auckland e la Nuova Zelanda ne è diventata il primo produttore al mondo. Imprese e agricoltori neozelandesi hanno investito con molta convinzione in questa coltura e ogni anno si registrano grandi quantitativi di frutti, freschi o trasformati, esportati in vari Paesi; un successo commerciale che ricorda quello registrato dal kiwi, attualmente naturalizzato nel clima mediterraneo e presente in ogni mercato.

In Italia è coltivato con buoni risultati soprattutto in Sicilia dove, a causa della crescente “tropicalizzazione” del clima, fruttificano già con successo avocado, guava, mango, banane, papaya, passiflora… Appassionati frutticoltori hanno commissionato studi per capire se temperature e terreno consentissero di far maturare frutti di
feijoa con elevati standard qualitativi e nutrizionali e oggi si trovano produzioni eccellenti nei territori etnei e in alcune aree litorali. Si coltiva inoltre in Puglia, Calabria (nella Piana di Gioia Tauro), nel Salernitano e lungo il litorale ligure e quello toscano; nei climi più dolci in cui prosperano gli ulivi e i limoni.

CARATTERIZZATO DA UN PIACEVOLE
SAPORE ESOTICO, È OTTIMO
SIA DA MANGIARE FRESCO
SIA COME INGREDIENTE
DI GELATI E TORTE

Dal campo al negozio

Insieme a papaya, avocado e mango, anche il feijoa entra nella borsa della spesa degli italiani che compiono scelte di vita salutiste e vegane. Secondo dati Nielsen il biologico tropicale “made in Italy” è la referenza che cresce di più nel settore bio, perché offre il vantaggio di far arrivare i frutti dal campo al negozio in ventiquattro ore, contro i quattro giorni richiesti per il trasporto aereo dai tropici; ciò permette di rispettare il tradizionale chilometro zero.

Un ampio corredo di proprietà benefiche presenta il piccolo frutto verde. Tra le più importanti, ottimi quantitativi di vitamina C e di antiossidanti, che aiutano a rinforzare il sistema immunitario e a rallentare l’invecchiamento cellulare, e l’alto contenuto di Omega 3 e Omega 6, acidi che sciolgono il grasso nel sangue e mantengono bassi i livelli di colesterolo cattivo (LDL) contribuendo a prevenire trombosi e malattie cardiache. Il feijoa aiuta anche a mantenere in salute l’intestino in quanto è un’eccellente sorgente di fibre e, poiché ha un basso indice calorico (circa 60 kcal per 100 g di polpa), è indicato a essere consumato da chi segue una dieta dimagrante.

 

 

 

Non si spreca nulla
Anche le foglie, i semi e lo stelo svolgono un’azione curativa, antibatterica e antimicotica, contro i microrganismi
che possono danneggiare l’intestino. Tornano utili pure le foglie essiccate e i fiori freschi. Questi ultimi hanno virtù antiossidanti e sono assolutamente commestibili, possono essere serviti freschi in insalata oppure cotti al forno, come croccanti chips; con le foglie essiccate, invece, si preparano profumati infusi i dalle proprietà
rilassanti e disintossicanti, utili per favorire il sonno e come digestivi.

I frutti freschi si possono acquistare in alcuni mercati nel periodo di maturazione oppure presso rivenditori specializzati online. Si conservano in frigorifero per cinque giorni; una volta tagliati è consigliabile bagnarli con acqua e limone per evitare che la polpa si ossidi e per averla a disposizione tutto l’anno si può congelare; tagliata a pezzi grandi, per estrarre solo il quantitativo necessario al momento, oppure frullata da utilizzare in yogurt e bevande. Il colore non cambia

Molteplici gli indirizzi culinari. Il frutto fresco si può tagliare in due e consumare a cucchiaiate come spuntino ipocalorico, oltre che in macedonia insieme ad altri frutti tropicali, arance, alchechengi, kiwi, uva, pere… Il sapore caratteristico lo rende appetibile in frullati, frappè e smoothie, e pure in chutney e mostarde da accompagnare a portate salate, formaggi stagionati, carni, pesce. Molto apprezzato il suo impiego per aromatizzare vini e liquori, cui conferisce una delicata nota esotica.

Ottimo al termine di un pasto il fruttino, fresco dessert composto dal sorbetto di feijoa racchiuso nel guscio naturale del frutto; da offrire anche in assortimento con fruttini passion fruit, dattero, kumquat, bananito, fico d’india… uno spettacolo per la vista e il palato. Altra dolce specialità da non trascurare sono le gelée; il sapore del feijoa, dalla dolcezza contenuta, le rende profumate e particolarmente dissetanti.

Gli usi in gelateria e pasticceria sono innumerevoli. Tagliato a cubetti o a fettine o in purea, può essere aggiunto a dessert divario tipo, ai gelati e anche a cocktail e drink analcolici. Permette di arricchire di nuovi sapori dolci della tradizione: torte, crostate, plumcake, strudel, crêpes, muffin, biscotti… In gelateria, oltre al delicato sorbetto, si possono creare gusti deliziosi mixando il feijoa con altri frutti o anche alcune verdure, per chi vuole sperimentare. Ottimi gli abbinamenti con i “cugini” tropicali, gli agrumi, le mele, la frutta secca, il miele e il cioccolato.

UN MIX DI MIELE, NOCI
E FEIJOA MATURO È UN DESSERT
CHE NON SI DIMENTICA

Si può rivisitare la torta al cioccolato unendo nell’impasto pere e granella di nocciola oppure farcendola con strati di crema di feijoa e si può renderla più morbida e gustosa aggiungendo una bagna al liquore di feijoa. Come la crema, il liquore si trova già confezionato; se si vuole realizzarlo artigianalmente, la ricetta prevede quattro frutti di feijoa, un limone, 300 g di zucchero, mezzo litro di alcol a 95°C, un pezzetto di cannella e una “maturazione” in bottiglia di un paio di mesi. Da non dimenticare, infine, la marmellata; la Sacher torte, un grande classico, è squisita preparata con la marmellata di questo frutto in sostituzione di quella di albicocche.

Tipica siciliana

Una confettura dal sapore deliziosamente inedito si prepara con i frutti della feijoa e le “mele cola” (in loco dette
anche “puma cola”), una varietà autoctona, presidio Slow Food, che viene coltivata sulle pendici dell’Etna tra i 700 e i 1500 metri. Per un vasetto piccolo occorrono 160 g di feijoa, 120 g di mela cola, 80 g di zucchero, 3 cucchiai di rum, succo di limone, una bacca di vaniglia; la si prepara anche aggiungendo un altro frutto esotico coltivato in Sicilia, la guava.

 

A cura di Annamaria Andreasi

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