Plastica Tax, altro rinvio
L’applicazione della controversa plastic tax sugli imballaggi di plastica è stata spostata
È slittata di un anno l’introduzione della Plastic Tax in Italia. L’imposta sui manufatti in plastica con singolo impiego (Macsi), già rinviata dall’estate 2020 a gennaio 2022, sarà applicata dal primo gennaio 2023 salvo ripensamenti. La diffusione della pandemia, che ha portato ad aumentare l’uso della plastica, e la necessità di non imporre ulteriori balzelli sulle imprese del settore hanno spinto il governo a rimandare l’adozione del provvedimento.
La tassa, che fa riferimento alla Direttiva Europea 2019/904 (Direttiva Sup sulla plastica monouso), è un’imposizione fiscale pari a 0,45 euro per ogni chilo di imballaggio di plastica usato per il contenimento e la consegna di merci e prodotti alimentari. Si tratta di materiale non riutilizzabile e con un ambito di applicazione ampio, dai grossi imballaggi alle vaschette per conservare gli alimenti, ai contenitori Tetrapak, alle bottiglie. Per chi si sottrae al pagamento della tassa sono previste sanzioni tra i 500 e i 5.000 euro secondo i casi.
La decisione sull’imposta, pensata per contrastare l’impatto della plastica sull’ambiente, ha suscitato reazioni diverse. Associazioni ambientaliste come Wwf, Legambiente e Marevivo l’hanno considerata l’ennesima occasione mancata che rallenta la transizione verso materiali meno inquinanti, mentre gli ecosistemi marini sono sempre più in sofferenza. Associazioni della grande distribuzione e di categoria quale Assobibe ritengono che l’introduzione dell’imposta rischi di colpire alcuni settori senza avviare una vera politica di economia circolare e richiedono di aumentare la disponibilità di prodotti in plastica riciclata.
DOMANDA D A ASSECONDARE
Secondo Fipe la Plastic Tax “è una medaglia a due facce”. Come spiega Roberto Calugi, direttore generale della Federazione italiana pubblici esercizi, il rinvio dell’entrata in vigore è una buona notizia per il comparto del fuori casa già duramente provato, in quanto la misura avrebbe conseguenze soprattutto nel canale della ristorazione
veloce e del catering. Tuttavia, “il 40-45 per cento degli italiani è oggi attento ai temi dell’ecologia, del buon mangiare, del buon bere e la normativa punta a incentivare l’adozione di un’offerta più attenta alla salute dei consumatori. Una tendenza che può fare bene anche a una parte importante dei canali dell’away from home”.
LA PLASTIC TAX È UNA TASSA DEL VALORE DI 0,45 CENTESIMI
DI EURO PER OGNI CHILO DI PRODOTTI DI PLASTICA
MONOUSO VENDUTO
Rispetto agli altri materiali da imballaggio, quali carta, metallo, vetro, quello in plastica è più problematico nel nostro Paese. Secondo il Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra il 95 per cento dei rifiuti plastici raccolti in modo differenziato nel 2020 è costituito da imballaggi. Sebbene sia aumentata la quantità di plastica raccolta, proprio per questo materiale è lontano il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio fissati dalla normativa europea, che sono il 50 per cento per il 2025 e il 55 per cento per il 2030. Nel 2020, in base ai dati di Corepla, è stato riciclato il 48 per cento.
a cura di Margherita Treves