PuntoIT n°111 Luglio-Agosto 2022

64 / LUGL I O - AGOSTO 2022 d i ANNAMAR I A ANDREAS I #MATERIAPRIMA La prima traccia della coltivazione è stata trovata in Egitto in reperti del II millennio a.C. Semi di anguria sono stati rinvenuti nelle tombe dei faraoni insieme a geroglifici che raffigurano immagini del frutto. Si ritiene che dall’Egitto la sua coltura si sia gradualmente diffusa in tutto il Mediterraneo, nel Medio Oriente, in India, Cina, Giappone e, infine, sia stata introdotta nel Nuovo Mondo dagli schiavi africani. Oggi, la Cina da sola rappresenta oltre il 40 per cento della produzione mondiale; seguono, a notevole distanza, Turchia e Iran che si contendono il secondo posto con il 2,05 e il 2,03 per cento, e poi Marocco, Egitto, Messico e Brasile. L’Italia occupa poco meno dello 0,3 per cento della produzione mondiale. Nel nostro Paese è chiamata anche cocomero e, nelle regioni del Sud, “mellone d’acqua”. FANTASIA A TAVOLA L’ANGURIA È UN FRUTTO DAI MOLTI BENEFICI, DA GUSTARE COME UN PERFETTO CONNUBIO FRA DESSERT E BEVANDA RINFRESCANTE; DOLCE, VERSATILE E COLORATA, OFFRE LA POSSIBILITÀ DI CREARE UN MONDO DI RICETTE SEMPRE NUOVE CURIOSITÀ D’ORIENTE L’anguria è popolarissima in Cina; ci sono chef che realizzano torte straordinarie partendo da un’anguria e artisti che danno vita ad appassionanti gare di intaglio, un’arte vera e propria coltivata in Oriente da tempi molto antichi. Nella zona di Pechino esiste un “Museo del Cocomero” che attrae turisti da tutto il mondo; misura 4mila metri quadrati e propone ai visitatori un viaggio alla scoperta della storia del frutto e delle sue tecniche colturali.

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